Un interrogativo centrale attraversa il mondo dell’informazione: le startup editoriali giornalistiche e di comunicazione di nuova generazione, nate dal basso, rappresentano una risposta innovativa alle sfide del panorama mediatico contemporaneo? Queste realtà, nate spesso in modo indipendente e dal basso, mirano a rinnovare il settore dell’informazione attraverso modelli di business alternativi e l’uso di tecnologie moderne. Il loro obiettivo principale è quello di offrire un’informazione più vicina alle esigenze delle comunità, puntando su contenuti di qualità, trasparenza, pluralismo e indipendenza.
L’idea alla base del primo corso di Giornalismo Imprenditoriale, Comunicazione e Nuovi Linguaggi, promosso dalla Fondazione Universitaria Marco Biagi, Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna e Viceversa APS, è che ognuno può “progettare la propria vita”, applicando i principi del design thinking alla sfera personale e professionale. Pensare in modo imprenditoriale può fare la differenza tra restare fermi o cogliere un’opportunità trasformativa. Chi lavora nel mondo del giornalismo e della comunicazione ha davanti a sé l’opportunità di reinventare il proprio ruolo sviluppando competenze condivise da chi lavora nella comunicazione (content creator ai PR, copywriter, strategist ecc..) a chi lavora nella comunicazione: capacità di ascolto, narrazione efficace, adattabilità, senso del pubblico e gestione dei messaggi. E queste sono tutte abilità fondamentali anche nel mondo imprenditoriale.
Peter Drucker, l’inventore del management moderno, lo diceva chiaramente:
“Il mito dell’imprenditorialità? Non è magia, non è misterioso e non ha nulla a che vedere con i geni. È una disciplina. E, come tutte le discipline, può essere appresa.”
La chiusura dei giornali locali, la crescente frammentazione dell’attenzione del pubblico e la crescente domanda di autenticità e inclusività stanno quindi aprendo nuove opportunità, dando vita a visioni audaci per nuove realtà editoriali e comunicative e riducendo la separazione tra chi “racconta” e chi “gestisce”, tra chi “scrive” e chi “decide”. Giornalisti e comunicatori stanno creando micro-media, newsletter tematiche, canali podcast, comunità digitali e spazi ibridi che mescolano informazione, formazione e attivismo. Chi ha saputo resistere in un contesto di budget ridotti, carichi di lavoro sempre crescenti e scarso supporto organizzativo, ha già dimostrato resilienza, iniziativa e autonomia. Se lavori con le parole, con i contenuti o con le strategie narrative, hai già parte del kit imprenditoriale. Serve solo riorientare il mindset.E chi lavora nella comunicazione ha il potenziale per costruire quei nuovi spazi informativi, educativi e relazionali che mancano.
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