Alfonso Scibona è giornalista, scrittore ed editore. Già collaboratore per il Resto del Carlino e la Gazzetta di Modena, ha fondato, nei primi anni Novanta, la società editoriale Breezy Production, svolgendo un ruolo importante nella produzione di diversi format editoriali nel Distretto Ceramico di Sassuolo. Ringraziamo Scibona per l’intervista, una bella occasione per avere un’idea della sua vita da giornalista autonomo.
Raccontaci la tua esperienza professionale. Qual è stato il momento in cui hai capito che volevi “fare impresa” nel giornalismo? Hai avuto una formazione imprenditoriale o hai imparato sul campo?
La mia passione per il giornalismo ha radici antiche, lontane fino alla Sicilia, terra nella quale sono nato. Già a 17/18 anni scrivevo per il quotidiano “La Sicilia” in collaborazione con il corrispondente da Piazza Armerina, Calogero Pace, il quale mi assegnava piccoli eventi da seguire, tra i quali la pallavolo. Poi la storia ti cambia, la vita cambia e, a causa della immatura scomparsa di mio padre, ho lasciato quei luoghi e sono approdato, nel 1973, a Sassuolo. Prima ho lavorato in ceramica, poi, ho riscoperto la voglia di scrivere (con un passaggio da radiocronista sportivo per le partite del Sassuolo calcio) cominciando con qualche articolo per “Il Resto del Carlino” e, dopo pochi mesi, sempre nel 1987, a “La Nuova Gazzetta di Modena”, per la quale sono ancora un riferimento a Sassuolo. Imparare sul campo è basilare, anche perché la scuola, nuda e cruda, non insegna le malizie, in positivo, che si trovano in mezzo alla gente, in mezzo agli eventi, di qualsiasi tipo.
Sei fondatore della società editoriale Breezy Production. Cosa ti ha spinto a sviluppare questo progetto e come si è evoluto negli anni?
L’evoluzione è sempre graduale e deve andare di pari passo con il mondo che ti circonda. Nei primi Anni Novanta ebbi l’idea di fondare uno studio di comunicazione giornalistica “Studio Times”, con un giovane collega e qualche anno dopo, guardando oltre l’orizzonte, scelsi di dar vita a “Breezy Production”, che si occupava di organizzare eventi, ma anche e soprattutto prodotti della comunicazione on line, allora poco diffusi.
Quali competenze ti sono risultate più utili nella gestione del tuo progetto giornalistico?
Sicuramente l’esperienza sul campo, maturata senza dubbio da quello che facevo, da freelance, per “Gazzetta di Modena” da tempo. Poi il tutto si è allargato e, grazie anche all’incrocio con giovani motivati, sono nati quattro quotidiani on line, dei quali Sassuolo Oggi è il capofila, oltre a due magazine sulla ceramica e la salute”.
Qual è la sfida principale nel rendere sostenibile la tua testata?
“Raccontare con la semplicità del cronista quello che accade tutti i giorni, senza preferenze e senza adottare gli interlocutori, anche se in qualche occasione l’interlocutore è anche partner economico del progetto globale”.
Come gestisci il rapporto tra indipendenza editoriale e sostenibilità economica?
“Ne ho accennato prima ma lo posso riassumerlo con queste parole: Equidistanza e Sincerità.
Quanto contano le piattaforme digitali (social, newsletter, podcast) nella tua strategia editoriale e in che modo la tecnologia influenza le tue scelte narrative?
Essere allineati ai tempi in cui si vive è fondamentale per un giornalista. Oggi questi strumenti sono indispensabili e il nostro gruppo proprio per questo si sta adeguando a riguardo”.
Cosa consiglieresti a un giovane giornalista che vuole intraprendere un percorso in ambito giornalistico?
Breezy Production ha formato decine di giovani con questa passione: Senza voler tralasciare lo studio, credo che il lavoro sul campo formi in maniera assoluta.