Federica Ferretti: vita da giornalista freelance

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Incontriamo Federica Ferretti, giornalista abruzzese, che collabora con prestigiose testate nazionali. E blogger di Grazia.it e contributor, dal 2014, di Confidenze tra amiche (Mondadori). Laureata in Scienze Politiche con lode, ha conseguito due diplomi accademici di II livello in Discipline musicali sulle varie tecniche della comunicazione( specie cinema e pubblicità). Negli anni ha realizzato due importanti campagne di comunicazione di successo sul tema delle pari opportunità: ha lanciato l’hashtag #noiciamiamo per rimuovere gli stereotipi maschili nei confronti delle donne e maipiunemiche. GiàMadrina Senior del Geofilmfestival in Veneto, ha ricevuto il Premio Donna città di Teramo 2015 per comunicazione e giornalismo.

A cura di Laura Corallo

Federica Ferretti, sei una giornalista impegnata in diversi progetti – collaborazioni prestigiose, un sito, l’ennesima campagna – ma come è iniziato tutto? Qual è stato il tuo primo lavoro, quello che magari ti ha fatto capire che sì, il giornalismo era proprio la tua strada?
F.F. Buongiorno, Laura. Come sono felice di ritrovarci qui ad un anno di distanza dal nostro Festival! Un anno di grande impatto anche grazie a quel mio intervento. Allora, cominciamo questa sorta di summa con una domanda proprio bella! Evidentemente, la più giusta con cui iniziare il racconto di un percorso che, alla fin fine, penso sia stato comune a tante altre donne di “penna”. In più, a dispetto della spettacolarizzazione quasi mai opportuna della categoria, devo riconoscere che ho avuto la fortuna di ottimi insegnanti nelle scuole dell’obbligo. Sì, docenti che, ognuno a modo suo, hanno saputo stimolare la mia fantasia e creatività al punto di decidere che fossero la mia strada. Certo, al tempo stesso, ho avuto pure io docenti terribili, ma il lavoro dei primi, soprattutto nei confronti del consolidamento della fiducia in me stessa, nelle mie capacità, ha per fortuna avuto la meglio. I miei genitori, quindi, non si sono mai risparmiati, alimentando la mia sete di “auto-conoscenza”, definiamola così, che a ben vedere, abbracciava tutti i rami dell’arte. Oltre che la scrittura in senso stretto. Un piccolo segreto:muovo i primi passi scrivendo fiabe per i miei compagni delle elementari. E dalle fiabe, sono poi passata attraverso i più svariati generi letterari. Ad oggi, sto tornando a quel primo amore, così “particolare”, mi ci sto dedicando anima e corpo. E pare proprio che la storia di un bambino siriano e della sua amichetta speciale, abbia trovato casa. Stiamo lavorando all’uscita, prevista per metà 2019. Poi, il giornalismo mi ha stregata, e con esso, la dedizione alla causa femminile. Da anni, annovero le più grandi testimonial. Ne ho appena parlato da te, diciamo così, al Festival Professione Giornalismo del 7 ottobre scorso. Nel frattempo, ho potuto annoverare un’altra sostenitrice del calibro di Carla Vangelista di cui abbiamo deciso di pubblicare l’intervista proprio il 25 novembre. Tutti i dettagli, naturalmente, sul mio sito: www.federicaferretti.com, sezione News. Ad un anno da quella fantastica esperienza, vado avanti con sempre più determinazione. Sai, proprio qualche mattina fa, una delle voci più importanti sulle testate femminili, Elena Mora di Diva e Donna, ha ricondiviso la sua testimonianza su uno dei miei blog più “vecchi”, Tutto quello che non ti ho detto, di blogpianetadonna, ed io, ci ho pianto. Perché continuare a credere nella forza del mio messaggio è davvero il passo più importante. Unite, ce la faremo! Poi, il passaparola, farà il resto, continuando ad “educare” il nostro pubblico, femminile e maschile insieme. Ad Elena, si sono aggiunte e si aggiungono infinite altre voci fondamentali, come sai, dall’indimenticabile Alessandra Appiano, ad Ester Palma e Susanna Barbaglia. E sono convinta che siamo ancora solo all’inizio…

Sei una giornalista freelance. Ma la tua formazione include studi musicali e insegni alle scuole dell’obbligo. Come armonizzi la tua passione per la scrittura e il mondo della musica?
F.F. Se si pensasse ad entrambe, scrittura e musica, appunto, in termini linguistici, sarebbe tutto molto più semplice. A dirla tutta, le indicazioni nazionali a riguardo dell’insegnamento dell’Ed.Musicale, mi darebbero ragione già da un po’. Peccato, però, che non si pratichi la musica sin dalla Scuola dell’Infanzia. O forse, è perché neppure questa è obbligatoria, a conti fatti? Nel sistema dell’istruzione italiana, purtroppo, permangono da troppo tempo di simili contraddizioni. Eppure, sono convinta che qualcosa stia cambiando. O meglio, cambi sin dal momento in cui siamo noi insegnanti stessi a predisporci ad esso. Infatti, l’ennesimo progetto didattico, sta prendendo a sua volta corpo quale rielaborazione delle mie due tesi sul Linguaggio Musicale quale chiave metaforica della politica degli ultimi 50 anni. Una sfida immensa, che ha già riscontrato un certo interesse nella rete dove sto lanciando pillole da qualche tempo in qua.
Ma non posso dire di più.

Ti definisci blogger e giornalista. Qual è la differenza tra i due termini, a tuo parere?
F.F. In realtà, gli ultimi fatti di cronaca, hanno dimostrato che,ormai, non ve n’è nessuna. Sempre più spesso, entrambi i termini, coincidono con una volontà ferrea di denuncia. Anche un blogger può rischiare la vita, il tesserino non ti schermisce da chi ha interesse affinché tu taccia. Certo, c’è pure la drammatica realtà delle fake news alimentate, viceversa, da chi non è un professionista della parola. Le medaglie hanno sempre il loro risvolto. La rete è ancora per troppi versi, una giungla sregolata.

 

Recentemente hai lanciato l’hashtag #noiciamiamo per rimuovere gli stereotipi maschili nei confronti delle donne. Quanta strada abbiamo fatto e quanta ancora ne dobbiamo fare sul tema delle pari opportunità?
F.F. Non si arriverà mai ad essere pienamente realizzate, fino a che esisterà anche un solo uomo sulla faccia della terra, che ci possa far sentire inferiori. Questo, come accennavo prima, dipende tanto pure dall’educazione che i maschietti ricevono sin dai primi anni di vita nelle famiglie di origine, da parte di madri che dovrebbero sforzarsi il più possibile di essere imparziali. Arduo, il compito delle mamme anni 2000, ma imprescindibile. Colgo perciò l’occasione di un appello, anche nelle vesti di insegnante. So che, alla fine, non sarà stato inutile. C’è pure il discorso coniugato al femminile:da qui, infatti, ha preso spunto #maipiunemiche. Tanta la solidarietà di colleghe molto più illustri della sottoscritta, che mi ha fatto sperare che qualcosa, stia davvero cambiando. Noi, comunque, non ci arrendiamo. Si andrà avanti ad oltranza, fino a che anche l’ultimo stereotipo di genere, ovvero di ogni genere, non sarà stato abbattuto.

Qual è l’intervista che sogni idealmente di realizzare (con un personaggio vivo o anche del passato)?
F.F. Beh, un giornalista sogna sempre di allargare gli orizzonti della sua visuale di “scopritore” della verità o di dare uno spiraglio agli invisibili. Ecco, forse più che confrontarmi con dei personaggi in senso stretto, vorrei riuscire ad intervistare le tante donne ancora “al limite”, come le chiamo io, ognuna di quelle che cerca di cambiare, svoltare non nel senso del successo, semmai di una vita finalmente dignitosa. Ecco a chi vorrei ridare un minimo di speranza, oltre che un sorriso.

Qual è stato il punto di svolta della tua carriera?
F.F. è arrivato nel momento in cui sono riuscita a fare rete con le donne cui avrei voluto assomigliare. Dalla amica di salvataggio, scomparsa di recente, Alessandra Appiano, di cui accennavo poco fa, e che poi, ad un certo punto non è stata più solo una voce virtuale, bensì ho potuto conoscere davvero in carne ed ossa, apprezzandone dal vivo l’umanità oltre che la cultura, a Susanna Barbaglia che, insieme all’attuale direttrice di Confidenze, Angelina Spinoni, hanno dato una concreta chance alla mia scrittura, fino alle tante colleghe scrittrici e giornaliste che si sono strette attorno a me #innomedelledonne, senza alcuna invidia, ma la semplice consapevolezza che qualcosa, doveva cambiare a partire proprio dai nostri rapporti tra donne. Tutto questo,  ha costituito un punto di rinascita per me e tutte le campagne che ho via via lanciato e che hanno visto scendere in campo dalla senologa e scrittrice Maria Giovanna Luini, a Dacia Maraini e Carla Evangelista. O ancora Marta Flavi, Angela Caponnetto, Flavia Fratello. Insomma, tutte coloro che hanno pensato che in qualche modo “siamo uguali” a partire dal fatto che non è la popolarità a renderci inarrivabili, bensì la voglia di abbattere tutte le barriere ancora attorno al nostro essere muliebre, che ci rende finalmente invincibili.

Sei anche scrittrice, autrice del romanzo di successo “La rugiada della notte”. Quali sono le tue ispirazioni principali in questo ambito? Cosa ti ispira maggiormente?
F.F. Grazie per questa domanda: perchè #larugiadadellanotte è un progetto che sta avendo una nuova opportunità, un nuovo smalto, sto costruendo letteralmente la seconda parte, che viene diramata sui vari social (dalla pagina fb dedicata al mio Twitter), con l’intento di fare sempre più rete, una rete in cui ognuna di noi non deve più cadere, ma semmai deve poter usare per completare il proprio processo di emancipazione. La tecnica dei microcapitoli, conquista ad ogni giorno lettori sempre più voraci. E naturalmente, mi ispirano coi commenti, i messaggi, le segnalazioni e via dicendo.

Qual è l’aspetto che ti emoziona di più dello scrivere un nuovo pezzo?
F.F. La profondità di un’esperienza raccontata con le lacrime agli occhi. Scrivo quando sento la vita che pulsa e che, nonostante tutto, vuole continuare ad essere vita, seppure disperata. Allora, quando mi sento punta sul vivo, scrivo addirittura poesie. Sta nascendo anche per questo Fiore di razza, con il commento di uno dei cantautori più amati del nostro tempo: Don Backy. Curiosi, eh? Seguitemi, seguitemi, seguitemi.

Qual è il miglior consiglio che hai ricevuto nella tua carriera giornalistica?
F.F. Di non fossilizzarmi, di cercare di percorrere sempre nuove strade, e fino in fondo, sebbene sia molto più rassicurante restare a coltivare giardini ormai noti. Per questo mi sto buttando in diecimila nuovi progetti, guardando le cose da diecimila prospettive diverse, perchè “tutto scorre”. Perchè quindi dovrei restare ancorata a delle abitudini letterarie?

C’è un personaggio, di quelli che ti è capitato di incontrare per lavoro, che ti ha colpito particolarmente, in positivo oppure in negativo?
F.F. Sta per uscire in una raccolta antologica dall’emblematico titolo: Con il SeNno di poi, il racconto della mia amica Miriam, di come ha guardato negli occhi, il suo cancro, di come dopo, i suoi occhi siano cambiati. Ecco, mi sono rimasti dentro al punto da decidere di partecipare, seppur in calcio d’angolo, a questa maratona di scrittura ai fini benefici, in occasione cioè del “mese della prevenzione”. Un colpo al cuore, che spero possa aiutare a riflettere sull’importanza della vita, con il senno di poi, appunto.

Tre caratteristiche che i futuri giornalisti, addetti stampa, comunicatori devono possedere?
F.F. Una grande preparazione sapientemente mixata a pazienza e cortesia. Perché puoi essere un dio, ma se non ti sai porre, se non dimostri un minimo di garbo, almeno per quanto mi riguarda, hai chiuso. Di saccenti e arroganti è pieno il mondo. I primi a riscoprire una specie di rinascimento di valori veri, non dovremmo essere noi comunicatori?

Consigli per un giovane che vuole intraprendere la strada del giornalismo
F.F. Non dare mai retta a chi ti punta il dito addosso per scoraggiare le tue idee, ai cosiddetti vampiri energetici che, non riuscendoci per primi, vogliono che “fallisca” a tua volta; non smettere mai di leggere e confrontarsi con i grandi nomi, e restare “umili”. Prima o poi, taglierai comunque il traguardo che ti sei prefissato, mentre, di solito, il vampiro di turno sarà già stecchito, roso dai propri insuccessi.

 

 

 

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